Biblioteca della Scuola Media di Lodrino

Autore Masini, Beatrice
Titolo Solo con un cane
Luogo Roma
Editore Fanucci
Anno 2011
Materia Genere: fantastico,
Genere: storie di animali,
Narrativa per ragazzi
Soli, lontani da tutti, in una notte scura, scura come se avessero spento le stelle e la luna, sopravvivono un ragazzo e il suo cane Tito. Lui perché sono soli, lontano da tutto quanto conoscono, perché patiscono il freddo, stretti in un sacco a pelo, perché si trovano in un mondo oscuro. Lui sa cos'è successo, sa che avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi. E ha voglia di raccontare, ha bisogno di spiegare come tutto è cominciato... Lui ha dieci anni, Tito tre. Ama i cani da sempre, è la prima parola che è riuscito a pronunciare. Vive in simbiosi con l'animale. Ma un giorno, a scuola, il Direttore appende una comunicazione. È un nuovo editto del Sire: comanda al suo popolo che i cani di tutte le razze sono banditi dal regno con ogni mezzo possibile. È un nuovo editto, certo: nel precedente ha deciso di bandire il gelsomino, il fiore profumatissimo, simile a una stella, simbolo del Regno. Le ricamatrici hanno gettato nel fuoco gli antichi disegni dei tralci di gelsomino che hanno accompagnato alle nozze tante fanciulle; i giardinieri hanno imprecato strappando con forza le radici di antichi rampicanti; e quando un soldato del Regno vede un piccolo fiore scampato alla strage lo calpesta con tutte le forze. Tanto i fiori non strillano quando muoiono, non piangono, non hanno voce. O almeno, nessuno li sente. È l'ennesimo atto di violenza nei confronti degli abitanti del reame
Età: 11-14
Valutato con 4 *stellette* (molto interessante) da LIBER DATABASE.

Recensione di Vichi De Marchi (da LiBeR 93, 2012) >> L'anima si mette in viaggio.


INCIPIT
Fa molto freddo. La notte è buia. Capisco per la prima volta che cosa vuol dire buio pesto: è come se ti avessero pestato gli occhi fino a gonfiarli, tanto che non riesci nemmeno a tenerli socchiusi. E quello che vedi è solo il nero delle tue palpebre con sopra un velo di sangue, nero anche quello. Un nero che non ci si crede, così concentrato da sembrare vuoto. Io gli occhi li tengo aperti. Ma in questa parte di mondo hanno spento le stelle, e la luna non sanno nemmeno cos'è. Quindi non vedo niente.
Ma sento. Sento il mio respiro. Il gelo della pietra su cui ho disteso il sacco a pelo.
Però non ho paura. Forse ne avrei se fossi solo. Ma non sono solo. In un certo senso sì, però anche no. Sono solo con un cane. Solo con un cane non vuol dire che sono solo. Sono con un cane, quindi no che non sono solo. E comunque non è un cane e basta. È il mio cane.
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